Lettere alla Redazione – I

gennaio 12, 2012 § Lascia un commento

Pubblichiamo di seguito una lettera ricevuta dalla Redazione questo novembre, a lungo dimenticata (ahinoi, affatto ingiustamente!) in uno dei polverosi cassetti della nostra sede di via Artisti. A parlare è una studentessa Erasmus, Rosa Boch, studentessa brillante e fervente cristiana, che dalla Bavaria è venuta sino a Torino per studiare teologia e conoscere meglio i misteri della Santa Madre Chiesa

Mi sia permesso iniziare ringraziando la redazione del pio Ode per lo spazio concessomi e di congratularmi con loro per l’ispirata scelta del nome della testata, nome che se da una parte richiama quello screanzato e quasi papacida dell’Alamanni, dall’altra ci riporta all’Ode di Salomone. E che, mi sia permesso ancora di aggiungere, risuona delle nobili lodi al creato di Sant’Agostino Abate.
Sono una studentessa proveniente dalla Bavaria (ho quindi la letizia di condividere i natali con l’amato Santo Padre) e ho richiesto di venire a studiare qui, nella capitale della Savoia, per portar a compimento i miei studi teologici. Il cristiano deve sempre tenere la porta del proprio cuore aperta, ed è anche nozione comune che un’esperienza Erasmus cambi la vita, ma vi assicuro che nelle mie timorate preghiere mai avrei immaginato di imparare tante cose nuove su come vivere la cristianità.
Tutto ebbe inizio con il propizio incontro con giovani volenterosi cristiani come me, i quali, con un fervore e un’ardore degni di chi non ha scordato la lezione dell’Apostolo delle Genti, si dedicano alla pesca di anime tra gli studenti. A tale scopo essi dedicano la maggior parte del loro tempo: girano per le aule studio e nelle facoltà durante le lezioni (dove, ahimè, ancora troppi comunisti e nemici di Santa Romana Chiesa insegnano) distribuendo materiale sempre valido e aggiornato sui santi consigli dei Vescovi e della Santa Sede alla società laica e spesso ottusa e peccatrice italiana. Ho subito notato con quale spirito caritatevole questi volenterosi e beati fanciulli cerchino gli studenti più giovani per poter iniziare la loro opera di evangelizzazione: quelli soli, magari lontani da casa e insicuri. Quale operosità! Quale animo! L’ammirazione vinse la mia timidezza e mi avvicinai a loro, iniziando una proficua relazione fatta di scambi, preghiere e dialoghi.
Sapendo con quale passione e forza questi giovani si dedichino alla politica, subito volli con loro confrontarmi su un tema che dal medioevo flagella l’unità della Cristianità, la divisione tra francescana ortodossia e dolciniana eresia. Ammetto di aver peccato un po’ di presunzione, e di aver cercato la provocazione intellettuale, ponendo in risalto la differenza tra la povertà evangelica e la ricchezza di Madre Chiesa. Immaginai la risposta dotta, e anche un po’ prevedibile in realtà, sulla necessità del potere temporale data al mondo da San Pio IX con l’enciclica “Qui nuper”, invece uno di loro si alzò, mi prese a braccetto e iniziò a parlarmi così:
“Vedi, cara Rose, la ricchezza conduce alla Lussuria, un grave, gravissimo peccato. Ma se a detenerla è una comunità retta e illuminata, che male c’è? Abbandonare i denari terreni per lasciare che (Dio ci aiuti!) i comunisti se ne approprino? No cara Rose, quelle sono ingenuità che funzionano forse ad Assisi, ma non dappertutto.”
“E poi possiamo destinarli ai più bisognosi” suggerii.
“Sì, certo, certo… i bisognosi…” ripeté il mio interlocutore, all’apparenza stupito, ma in realtà già assorbito da nuove e profonde cristiane riflessioni. La nostra passeggiata per i labirintici corridoi di Palazzo Nuovo (architettura la cui origine demoniaca è riconosciuta universalmente, anche dalla Chiesa d’Oriente) proseguì in un pacifico silenzio.
Arrivammo davanti a una struttura dall’edilizia precaria, vagamente rassomigliante a una riproduzione in plexiglas della Sacra Grotta, le cui trasparenze erano tappezzate da scritte gioiose e colorate, che riecheggiavano delle Sacre Scritture e invitavano alla pace in terra, schierandosi contro le guerre e i loro finanziamenti. Non solo: seguendo i dotti pareri dei Padri della Chiesa, invitavano anche a finanziare maggiormente gli studi, da garantire anche ai più poveri, miserevoli e bisognosi. Il mio accompagnatore, intuendo i miei pensieri come solo un buon pastore d’anime saprebbe fare, mi strinse un po’ il braccio e mi rivolse un sorriso radiante e penetrante come l’estasi di Santa Rita:
“Cara Rose, sei una buona cristiana, ma pecchi troppo d’ingenuità. Questi studenti rivoluzionari e le loro facili promesse terrene sulla riduzione delle tasse e sull’Armonia Mundi (e se potessero anche sull’Armonia Coeli, ti assicuro!), sai tu, sai a cosa preludono in realtà?”
Non seppi rispondere. Arrossii e con un timido sguardo lasciai che il mio interlocutore, ancora una volta mi illuminasse:
“Sodomia! Libera fornicazione! Laicizzazione delle istituzioni… toglierebbero il Crocifisso dalle aule dove ipeccatori vengono condannati e dalle scuole dove i cristiani vengono istruiti. Con i soldi destinati alla catechesi finanzierebbero la ricerca sulla fecondazione assistita. Avremmo famiglie cristiane costrette a mandare i figli in scuole pubbliche, frequentate da abomini generati in laboratorio da due papà.” E in effetti con lo il braccio sinistro, libero, mi indicò anche dei manifesti che invitavano alla sessualità libera e consapevole. Mi strinsi maggiormente al braccio del mio cavaliere, spaventata e inorridita. Le spalle ormai si sfioravano in un fraterno abbraccio e un brivido mi percorse la schiena, mentre mi accompagnava lontano dalla disgustosa scena. Proseguimmo e parlammo da buoni credenti di famiglia e matrimonio.
“Esatto, cara Rose, necessaria la verginità fino al matrimonio.” Pur concordando con lui, non riuscii a non cadere ancora una volta nella tentazione di provocarne lo spirito intellettuale.
“Eppure sono tanti, anche dentro alla Chiesa ormai, che si chiedono se non siano proprio queste regole la causa di tanti mali del nostro tempo. Pensate al celibato di chi presta sacerdozio. Chissà se gli ominosi scandali che colpiscono la Santa Chiesa, senza tale obbligo…”
“Ah, ti interrompo, cara Rose. Vedi, ancora una volta pecchi di ingenuità, e affronti troppo direttamente il problema… Il buon cristiano rispetta le regole, il cristiano saggio ne intuisce anche gli scopi e agisce di conseguenza. Le regole che il Buon Signore ha fornito sul sesso, attraverso le Scritture e il parere di nobili e dotti Santi Dottori della Chiesa, sono finalizzati a evitare il peccato. Sono per i peccatori, non per i retti. Ma niente di tutto ciò riguarda la sfera privata e segreta della vita del buon cristiano saggio. Se un buon curato evita il propagarsi del vizio e della ludibria nella propria parrocchia mentre, nel segreto a cui è tenuto dall’abito che indossa, consola qualche vedova, commette di conseguenza peccato?” e senza attendere risposta proseguì “no cara Rose, no. E anche fosse un fanciullo… diciamola tutta: meglio che vada coi preti, piuttosto che venga adescato da chissà quali perversi si trovano nel mondo secolare!” “Beh, ma allora,” continuai a provocare “anche l’obbligo di verginità al matrimonio può essere riconsiderato!”
I suoi occhi si illuminarono di approvazione:
“Oh, cara Rose, brava Questo è, finalmente, parlare da cristiani! Si può rispettare, si deve rispettare… ma con saggezza! Se noi per primi fossimo pubblicamente schiavi del piacere della carne, come potremmo dire alla gente cosa fare privatamente?”
“Per non peccare, ovviamente”
“Ovviamente, cara Rose, ovviamente.”

 Nel mentre, i nostri discorsi si erano fatti troppo elevati per il luogo dove eravamo ci avevano condotti fuori da quelle mura. Il mio cicerone dirigeva i passi sicuri verso casa sua mentre proseguiva:
“E ci sono modi per mantenere illibata la donna e rispettarne l’onore e non dover esser tormentati da immagini diaboliche suggerite da voglie inespresse. Cara Rose, i vostri studi teologici avranno di sicuro portato ad approfondire anche questo campo!”

Con un lieve imbarazzo dovetti ammettere di no .
“Ah, ma non fare quella faccia, si può sempre imparare e studiare. Hai mai sentito parlare delle pratiche in uso a Sodoma, prima del disastro? Non arrossire, cara Rose. Se vuoi distruggere i peccatori devi conoscerli, e quando è saggio imparare da essi.”
Potrei continuare a scrivervi ma, ahimè, sia lo spazio concessomi in queste pagine sia la mia capacità di stare seduta sono terminati. Ne approfitto solo per consigliare a tutti e a tutte l’esperienza dell’Erasmus. Al suo termine mi sono sentita allargata spiritualmente e mentalmente.

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